Il safari di Stefano, Cecilia e famiglia
Namibia: un’avventura in famiglia
Tre aggettivi per il tuo viaggio:
Stupefacente, rigenerante, bello!
L'emozione più grande:
Le stelle nell’emisfero boreale. La prima volta che le abbiamo viste a Okonjima è stata una grande emozione: il cielo era così terso, immenso e pieno di stelle, con la Via Lattea così chiaramente visibile, che non credevamo ai nostri occhi.
Un avvistamento speciale:
All’Etosha National Park, in un giorno molto caldo, un grande branco di elefanti ha raggiunto la pozza d’acqua di Olifantsbad per bere e rinfrescarsi. Mentre gli adulti si bagnavano con la proboscide, i cuccioli giocavano e si rotolavano nel fango. Dopo circa mezzora di bevute, docce e giochi d’acqua, il branco si è allontanato dalla pozza e ha attraversato la strada proprio di fronte alla nostra jeep, a non più di 10 metri. Di fronte all’imponenza e alla maestosità di questi animali ci siamo sentiti incredibilmente piccoli.
Un panorama mozzafiato:
I panorami in Namibia sono tutti mozzafiato, non deludono mai e cambiano continuamente. Dovendo scegliere, si contendono il primato: le dune di Sossusvlei, viste dalla mongolfiera che sale silenziosamente al sorgere del sole; e la costa di Sandwich Harbour, vista dal finestrino di una Land Rover che sfreccia sulla spiaggia tra le gigantesche dune del Namib e l’oceano.
L'insegnamento più grande:
In Namibia si avverte ovunque un forte legame con la terra. La si respira lungo le strade polverose. Ti avvolge e ti disorienta nel deserto. La terra nutre e sostiene la vita. Gli abitanti della Namibia sono orgogliosamente legati alla loro terra. Un legame che noi abbiamo perso, ma che li’ è molto evidente, forse perché è un po’ ancestrale o perché in fondo la terra è la vera grande ricchezza della Namibia.
Una paura che hai superato:
Quella del buio ai bambini è rimasta!
Una cosa piccola:
Vedere nostro figlio di 2 anni e mezzo che ride, gioca e rotola giù dalle dune di Sossusvlei, in un luogo così remoto, lontano da casa e dal nostro mondo.
La tua guida:
Una cartina Freitag & Berndt 1:1000000. Erano anni che non viaggiavo senza GPS o Google Maps, ma in Namibia questi strumenti non funzionano e così si riscopre la cartina stradale. Un’esperienza dal passato che arricchisce il viaggio e riaccende il cervello!
Una cosa che rifaresti:
Tutto, ma se proprio dobbiamo scegliere il volo in mongolfiera nel Deserto del Namib.
Il campo preferito e perché:
Kulala Desert Lodge: immerso nel deserto, molto curato, gestito da persone simpatiche e disponibili con una storia da raccontare.
Africa, prima e dopo il viaggio:
L’Africa ti insegna e ti ricorda che il tempo non scandito dalle lancette dell’orologio che indossi, ma dalla luce, dall’alba e dal tramonto, dai ritmi della natura. Un viaggio in Africa cambia completamente i tuoi ritmi: tutti i giorni ti svegli alle 5 e vai a letto alle 9, e lo fai senza fatica, naturalmente. Vivi seconda natura ed apprezzi pienamente ogni momento della giornata. Il modo in cui abbiamo vissuto questo viaggio è uno dei ricordi più preziosi che abbiamo portato a casa con noi.