Il Museo Zeitz Mocaa

L'arte riscopre l'Africa

By Tommaso Balestrini

1 August 2020

Lo Zeitz MOCAA è il primo grande museo dedicato all’arte contemporanea africana e alla sua diaspora in Africa. Inaugurato nel 2017, il museo si trova sul Waterfront di Città del Capo, in Sudafrica, ed è stato progettato dallo studio di architettura inglese Heatherwick su commissione del V&A Waterfront e di Jochen Zeitz, ex-amministratore delegato di Puma e noto collezionista d’arte contemporanea africana.

L’iniziativa

La creazione del museo nasce dall’incontro di due visioni: quella del V&A Waterfront, società che gestisce il Waterfront, il nuovo porto turistico di Città del Capo, e quella dell’uomo d’affari e filantropo tedesco Jochen Zeitz.

Consapevole del valore storico del Grain Silo, l’antico granaio sul Waterfront ormai abbandonato, il V&A Waterfront ha dibattuto per anni sul possibile recupero del complesso. Alla fine è stata decisa la realizzazione di un museo d’arte, ma c’era bisogno di una collezione.

Qui è entrato in gioco Jochen Zeitz, proprietario di una delle più importanti collezioni di arte africana contemporanea del mondo: la Zeitz Collection. La collezione è nata nel 2002 con il fine ultimo di riportare questi capolavori in Africa, restituendoli agli Africani ed esponendoli in un museo dedicato.

Nel 2013, in partnership tra V&A Waterfront e Jochen Zeitz, è nato il Zeitz Museum Of Contemporary African Art (MOCAA), un’istituzione culturale non profit con sede, appunto, nello storico granaio del Waterfront di Città del Capo.

Nel progetto sono stati investiti 500 milioni di Rand, destinati in gran parte a finanziare i lavori di conversione del Grain Silo.

La storia e i lavori

Il MOCAA è ospitato all’interno del Grain Silo, l’antico granaio situato sul Waterfront di Città del Capo. Costruito nel 1921, il granaio ha processato tonnellate di grano, mais, soia e sorgo fino al 1990, quando è stato abbandonato. L’edificio originale è il più alto della città (57 metri) ed ospita 42 silos con un’altezza di 33 metri e un diametro di 5,5 metri.

I lavori di conversione dell’edifico sono stati affidati al celebre studio di architettura Heatherwick, fondato dal designer inglese Thomas  Heatherwick.

Lo studio ha reimmaginato il Grain Silo con un intervento architettonico visionario e innovativo, rispettando al contempo l’identità e il carattere storico del complesso. In particolare, sfruttando i 42 cilindri di cemento che compongono il silos, Heatherwick ha scavato al centro dell’edifico un imponente atrio-cattedrale in stile industriale, da cui si accede alle gallerie del museo.

I lavori sono durati circa 4 anni e il museo è stato inaugurato nel 2017.

Il museo e le opere

Il MOCAA si estende su 9 piani per circa 9.500 metri quadrati, di cui oltre 6.000 metri quadrati sono dedicati agli spazi espositivi. Zeitz ha dato vita alla collezione permanente del museo, concedendo le proprie opere in prestito a lungo termine con l’impegno di aggiornarle nel tempo e di sostenere parte dei costi di gestione.

Numerosi gli artisti rappresentati nelle 80 gallerie del MOCAA: tra questi Nicholsa Hlobo, la cui opera Dragon apre la mostra; Athi-Patra Ruga, performer e videomaker amato da Louis Vuitton; a cui si aggiungono, tra gli altri, Kudnazai Chiurai, Marlene Dumas, El Anatsui, Julie Mehretu, Wangechi Mutu e Chris Ofili. Non mancano i nomi di esordienti, che qui hanno potuto esporre le proprie opere per la prima volta.

Oltre alla collezione permanente, il museo vanta una ricca programmazione di esposizioni temporanee tra moda, pittura e fotografia.

Oggi il MOCAA è il primo grande museo dedicato all’arte contemporanea africana e alla sua diaspora situato sul continente africano e la sua collezione permanente è senza dubbio la più importante del mondo.

Non solo arte contemporanea

Il MOCAA non ospita solo quadri, sculture e installazioni di arte contemporanea, ma anche spazi dedicati ad altre arti visive, dal cinema alla fotografia. Il museo ospita al suo interno il Centre for the moving image, il Centre for performative Practice, il Roger Ballen Foundation Center for Photography e il Costume Istitute.

Per promuovere la cultura sul territorio, il museo ospita anche un laboratorio rivolto alla professione del curatore ed organizza workshop tematici e programmi per le scuole.

Oltre agli spazi espositivi, il complesso del MOCAA include un ristorante, una libreria, un bar, uno shop, svariati laboratori e sale lettura, e un giardino di sculture situato sul tetto.

Gli ultimi sei piani dell’edificio sopra il museo sono occupati dal The Sylo , un hotel di design a 5 stelle con 28 camere, un ottimo ristornate (il Granary Café) e un rooftop bar che offre una vista spettacolare su Città del Capo e sulla Table Bay.

Al termine del primo anno di apertura, il MOCAA ha registrato oltre 350.000 visite, di cui circa 100.000 gratuite in applicazione della policy “Access for All”. Il successo del museo è stato confermato anche da numerosi premi e riconoscimenti, tra cui l’inserimento nella lista dei “100 World’s Greatest Places of 2018” del TIME.

Già ribattezzato la Tate Modern di Città del Capo, in pochi anni il MOCAA è diventato non solo uno dei più importanti musei d’arte del mondo e una delle principali attrazioni della città, ma anche uno straordinario luogo di incontro e di divulgazione, realizzando l’obiettivo dei fondatori di creare “una piattaforma per gli Africani per raccontare la loro storia e partecipare al racconto di quella storia”.

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